LAVORATORI UNICOOP DEI MAGAZZINI DI LASTRA A SIGNA & SESTO FIORENTINO

"Turni estenuanti e zero tutele". Protesta dei lavoratori della Cft.


Scandicci
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Grande preoccupazione tra gli operai del magazzino Unicoop, per l'80 % immigrati
"Prima gli incidenti si verificavano una volta ogni 15 anni, ora sono frequenti"

Raccontano di turni lavorativi massacranti che ti fanno arrivare alla sera stravolti, con la sola forza di andare a letto: sono alcuni dei lavoratori del centro distribuzione merci Unicoop Firenze, dipendenti della Cft (Cooperativa fiorentina trasporti), cui dal 2005 è stato appaltato l'intero turno pomeridiano e notturno del magazzino di Scandicci. "Si entra all'ora di pranzo - spiega un operaio che chiameremo Pablo - ma non si sa mai a che ora si esce".

I loro colleghi del turno mattutino, dipendenti di Unicoop in questo caso, al loro arrivo trovano ancora il messaggio sul display dei muletti: "stasera si va via alle 10", "alle 11"o "a mezzanotte" a seconda delle necessità (il turno pomeridiano dovrebbe concludersi alle 21).

Nel periodo di Natale raccontano di essersi fermati in certi casi soltanto alle 2 di notte. A destare la maggiore preoccupazione fra i lavoratori Cft (per la stragrande maggioranza, ben l'80%, extracomunitari), sono ad ogni modo le condizioni contrattuali che portano, secondo loro, a forti ripercussioni nella sicurezza sul lavoro: hanno l'obbligo di trasferire almeno 130 colli orari (gli imballaggi delle merci da porre sul muletto); soltanto oltre questa soglia scatta il premio di produzione altamente ambito da chi ha moglie e figli da mantenere. Ai loro colleghi del mattino, dipendenti Coop, vengono richiesti 114 colli orari (anche se riescono a trasportare in media solo 106 colli orari). Per arrivare a quota 130 colli si raccontano scene folli: muletti alzati al massimo in modo di trascinare per terra il doppio degli imballaggi; comandati in avanti anziché in laterale come prescritto dalle normative 626; segnaletica a terra ignorata da tutti con scontri tra muletti quasi all'ordine del giorno e infortuni passati da uno ogni 15 anni ad una frequenza mensile: l'ultimo a visto come vittima un nigeriano cui è rimasto un piede schiacciato sotto il muletto.

Il tutto senza mai una denuncia sindacale: l'ultima riunione(eccezion fatta per quella momotematica sul Tfr) risale ad oltra due anni e mezzo fa; i lavoratori Cft da parte loro non hanno tanta voglia di stare a reclamare: il contratto di lavoro equivale infatti al permesso di soggiorno.

"Per Cft - racconta un dipendente - ho lavorato in tanti magazzini per altre catene della grande distribuzione, ma mai sono stato sottoposto a turno così estenuanti". Fra i lavoratori del magazzino di Scandicci è ancora ben impresso nella memoria il ricordo del loro collega peruviano, poco più che ventenne, vittima in una notte d'estate del 2005 di uno strano incidente stradale: appena uscito dal lavoro, si schiantò in via Baccio da Montelupo con il proprio ciclomotore contro un mezzo che proveniva dalla direzione opposta; in Perù dai suoi familiari tornò avvolto in una bara. Fra i lavoratori della Cft, al sentenza è unanime: "vittima della stanchezza".

Buste paga più "leggere" per i dipendenti in appalto
Il raffronto
Le ragioni che hanno spinto Unicoop ad appaltare il turno pomeridiano e notturno del magazzino di Scandicci sono presto spiegate: busta paga alla mano, un dipendente Coop del centro distribuzione merci percepisce in media 1.246 euro netti al mese, per 36 ore di lavoro settimanali, con due giorni di riposo su sette. Un lavoratore Cft, si ferma a 809 euro mensili per 40 ore settimanali di base, con un solo giorno di riposo. inoltre i primi hanno diritto alla malattia retribuita; per i secondi i primi tre giorni di assenza sono gratis.

"Il Firenze" 12/6/07 Gabriele Firmani provincia@ilfirenze.it

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COOP E LAVORATORI IN TRIBUNALE


Venerdì 5 gennaio 2007

METROPOLI

COOP E LAVORATORI IN TRIBUNALE

Ancora inconciliabili le posizioni tra l’azienda e il personale sui turni pomeridiani

GABRIELE FIRMANI

Potrebbe presto giungere a una soluzione la crisi che si consuma ormai da due anni fra azienda e lavoratori Coop impiegati presso il centro distributivo nella zona industriale di Scandicci. Al centrodel contendere, l’orario di lavoro. Una parte degli oltre 120 addetti al magazzino contesterebbe alla proprietà la decisione di aver interamente appaltato il turno pomeridiano e notturno del deposito, alla cooperativa CFT, (che impiega in gran parte personale extra-comunitario), relegando i dipendenti tradizionali al solo turno mattutino. In particolare i lavoratori, non contestano la scelta, legittima, che rientra nelle prerogative della politica aziendale di Coop, quanto l’unilateralità con cui sarebbe stata fatta. Dal sabato al lunedì, nei primi mesi del 2005, i lavoratori pare furono informati di presentarsi solo ed esclusivamente per il turno mattutino, e mai più per quello pomeridiano (il notturno già allora era di esclusiva competenza della cooperativa in appalto). La paura dei lavoratori è che dietro tale mossa, secondo loro illegittima, in quanto non concertata precedentemente con le rappresentanze sindacali, ci sia l’intenzione di affidare ben presto, l’intero centro distribuzione Coop, a ditte esterne, che prestano il proprio lavoro in appalto, permettendo all’azienda evidenti risparmi gestionali. «Non crediamo che vogliano licenziarci – fa sapere uno dei trenta lavoratori che hanno aperto una vertenza presso il Tribunale del lavoro – ma, magari ridistribuirci fra i vari punti vendita sparsi per tutta la provincia». E così anche per paura di questa evenienza, una volta constatati, secondo loro, i margini d’illegittimità nel comportamento aziendale hanno aperto una causa contro l’azienda. In mancanza di un sindacato disposto a farsi carico di tale vertenza («sono tutti accondiscendenti con Coop» una delle forti accuse che lanciano i lavoratori interessati), hanno contattato privatamente lo studio legale Paolo Fanfani, specializzato nel diritto del lavoro: «Abbiamo impugnato l’ordine di servizio del gennaio 2005, con cui unilateralmente l’azienda informava i lavoratori del cambio di orario, poiché palesemente in contravvenzione all’articolo 89Ccnl (contratto collettivo nazionale per il lavoro), che postpone tale legittima decisionea una precedente consultazione delle rappresentanze sindacali». Tale consultazioneinvece non c’è mai stata. Una volta portata tale impugnazione dinanzi alla direzione provinciale del lavoro, nella primavera 2005, pare sia stata la stessa direttrice Agata Mutolo, nel suo parere conclusivo a consigliare all’azienda di ripristinare il vecchio turno pomeridiano. Constato il diniego dell’azienda, i lavoratori tramite i propri legali, convinti della propria ragione, hanno proseguito l’iter legale. Fallito anche il tentativo obbligatorio di conciliazione preliminare alla causa, sono entrati nel circuito del processo vero e proprio. A inizio settembre la prima udienza, a fine ottobre la seconda e ultima: entrambe le parti sono rimaste sulle proprie posizioni. Con una differenza fondamentale: il giudice Daniela Lococo, anche dopo la netta opposizione espressa dai legali dei lavoratori, ha respintola richiesta avanzata dai legali dell’azienda di poter usufruire di prove testimoniali a loro favore. Un punto per i lavoratori che adesso confidano in un nuovo tentativo di conciliazione, questa volta congruo a tal punto da evitare la sentenza prevista per il 16 maggio prossimo.


IL CONTENZIOSO DEI LAVORATORI UNICOOP DI SCANDICCI


01 luglio 2006

NOTIZIARIO PROVINCIA INFORMA

COMUNICATO STAMPA

IL CONTENZIOSO DEI LAVORATORI UNICOOP DI SCANDICCI
Il vice Presidente Barducci ha risposto ad una domand d'attualità di Prc

Sul contenzioso in corso tra alcuni dipendenti dei magazzini di Scandicci dell'Unicoop Firenze e l'azienda medesima il vice Presidente della provincia Andrea Barducci ha risposto, in Consiglio provinciale, ad una domanda d'attualità del gruppo di Rifondazione Comunista. "Si tratta di una divergenza sulla corresponsione della produttività - ha spiegato Barducci - e, ovviamente, vi sono punti di vista differenti. I lavoratori contestano la corresponsione della produttività, non a parametro rispetto alla crescita degli utili dell'esercizio e all'aumento complessivo delle vendite. Gli utili, inoltre, più che per premiare i dipendenti, vengono utilizzati per contenere i prezzi. Una scelta che, reputo personalmente importante. L'Unicoop sostiene, infine, che la corresponzione del premio di produttività si basa su accordi sottoscritti tra Unicoop ed organizzazioni sindacali e questo problema riguarda circa un centinaio di lavoratori sui comlessivi 130 del magazzino di Scandicci ma, soprattutto, che non esiste alcun problema ai livelli occupazionali". Per Calò: "La vicenda richiama alcuni temi contenuti nel patto per lo sviluppo, ovvero le buone pratiche, le corrette relazioni sindacali e il fatto di considerare il lavoro come un valore. Crediamo che non ci può essere, da parte di nessun padrone, la riduzione in modo autonomo di un salario, anche quando ha una valenza accessoria. Se poi al danno si aggiunge la beffa che ne beneficiano i cittadini, perchè si riducono i prezzi, la questione diventa una favola. Io credo che la Provincia dovrebbe, senza attaccare nè l'autonomia imprenditoriale nè l'autonomia sindacale, richiamare l'Unicoop al rispetto del patto per lo sviluppo del lavoro. Lì credo che siano scritte nelle buone pratiche e nelle relazioni sindacali come ci si comporta con tutti i lavoratori".

Provincia di Firenze


I LAVORATORI PROTESTANO PER IL TAGLIO AL PREMIO PRODUZIONE


Giovedì 22 giugno 2006

LA NAZIONE
METROPOLI
& PROVINCIA
SCANDICCI

I clienti ci guadagnano ma i lavoratori invece protestano per il taglio del premio di produzione

Prezzi bassi e forti sconti: se i clienti gongolano, alcuni dipendenti non ci stanno. E contestano soprattutto il fatto che il loro premio di produzione venga calcolato sull'utile commerciale, cioè proprio in base agli introiti delle vendite. A protestare è un gruppo di dipendenti del reparto generi vari, salumi e latticini dei magazzini di Scandicci di Unicoop Firenze, che si incontrerà oggi con l'azienda proprio per cercare di arrivare a una soluzione.

“L’utile di esercizio dell’anno 2005 di Unicoop Firenze – spiegano i dipendenti – è di quattro volte superiore a quello dell’anno precedente, soprattutto grazie a operazioni finanziarie. Contemporaneamente però, anche se le vendite sono aumentate, l’utile commerciale 2005 risulta in diminuzione, proprio per la politica di contenimento dei prezzi attuata dall’azienda. L’onere di questi tagli finisce così per essere scaricato sui dipendenti, attraverso una significativa diminuzione del salario variabile, ovvero del premio produzione, che in circa sessanta casi, solo nei nostri reparti, è calato quasi del 90% rispetto allo scorso anno. Una situazione difficile – concludono – che si aggiunge alle nostre precedenti proteste per la scelta aziendale di esternalizzare il turno notturno e pomeridiano nel nostro reparto”. In pratica il premio di produzione è passato in alcuni casi da 818 euro circa del 2005 a 93 euro circa di quest'anno (entrambi lordi), a fronte di un salario mensile di circa 1.500 euro (sempre lordi). Ma Unicoop Firenze, da parte sua, difende le scelte fatte. “L’anno scorso abbiamo dovuto decidere il da farsi di fronte a una situazione difficile per il paese – fanno sapere da Unicoop Firenze – così abbiamo deciso di destinare ben 20 milioni di euro di utili previsti per contenere i prezzi e aiutare i nostri soci e clienti. Così, nel 2005, Unicoop Firenze ha avuto i prezzi più bassi di tutti in Toscana, permettendo alle famiglie di sostenere meglio un momento difficile e spingendo la stessa concorrenza a sconti e riduzioni. Nonostante questo, siamo inoltre riusciti a incrementare le vendite del 5% e a mantenere inalterato il livello occupazionale. E’ vero che i dipendenti devono fare qualche sacrificio, ma crediamo sia comunque un successo, in questa fase, non aver tolto posti di lavoro e aver fatto una politica giusta sui prezzi. In ogni caso, i parametri che definiscono il premio di produzionevengono da sempre stabiliti in accordo con i sindacati. Noi rispettiamo questi parametri, tutto il resto non c’entra”.


Lisa Ciardi


IL MANIFESTO APPROFONDIMENTI: LAVORO & DINTORNI


Domenica 13 novembre 2005


Tutta la catena dei supermercati Coop dell'area toscana si avvia alle trattative definite tecnicamente "di canale". In queste trattative, che procedono negozio per negozio, sono due i punti comuni che stanno più a cuore ai lavoratori: un rifiuto netto degli appalti, e la situazione dei part-time. Quanto ai part-time, è stata stralciata la graduatoria di anzianità, e molti lavoratori che aspettano da anni il tempo pieno si ritrovano nell'incertezza per il futuro.
Sono gli appalti però ad essere al centro della contestazione: l'azienda rivendica il diritto a cedere settori o interi reparti a ditte esterne, che assumano manovalanza a condizioni peggiori consentendo un forte risparmio, così come avviene da tempo in tutte le catenne della grande distribuzione.
Un esempio calzante per comprendere questo fenomeno riguarda il magazzino Coop di Scandicci, del quale ci siamo già occupati. Qui è in corso una vertenza legale intentata dai lavoratori contro l'azienda. Dal 2001 in questo magazzino uno dei tre turni , quello notturno, è in appalto alla Cft, storica cooperativa fiorentina di facchinaggio. A gennaio di quest'anno la Coop ha deciso di sopprimere il turno in appalto e spostarlo dalla notte al pomeriggio comprimendo i due turni dei suoi dipendenti in un unico turno mattutino, molto disagevole e faticoso. Tutto ciò senza alcun confronto con le rappresentanze dei lavoratori, come invece previsto dal contratto nazionale delle cooperative.
Il caso è approdato al consiglio comunale di Firenze nel febbraio di quest'anno. Proprio di questi giorni è la notizia di una nuova interrogazione, presentata dai consiglieri Anna Nocentini, Leonardo Pieri, pierluigi Ontanetti (Prc), Ornella De Zordo (Unaltracittà) e Luca Pettini (Pdci), insoddisfatti della precedente risposta dell'amministrazione a voce dell'assessore Riccardo Nencini.
Nella seduta del 28 febbraio scorso l'assessore Nencini rispose che la soppressione del turno notturno si era resa necessaria per le proteste di un comitato di cittadini di quartiere, infastiditi dai lavori notturni del magazzino. “Noi non abbiamo mai visto né sentito parlare di questo comitato – osservano i lavoratori – e sì che lavoriamo lì tutti i giorni, né peraltro l’azienda ha mai accennato a questo problema”.
Oggi, a distanza di nove mesi, non solo è ancora in vigore il turno pomeridiano appaltato alla Cft, ma è rimasto anche quello notturno. “Per questo – dice Anna Nocentini – torniamo a chiedere nuove spiegazioni. Trovo questa situazione di estrema gravità, non solo per il peso ricoperto dall’azienda nell’area fiorentina, ma anche perché il comune si impegna con enti che si qualificano come attenti e responsabili nel sociale. Mentre qui si ritorna alla riduzione del costo del lavoro sopra tutto”.
Intanto le Rsu raccontano che la situazione sta ancora peggiorando: “Da quando abbiamo presentato la vertenza, il clima nel magazzino si è fatto molto pesante. Ci sono capoturno che fanno pressione sui singoli lavoratori, minacciano di spostarli o di negare i permessi o le pause se non producono di più. Ma da noi non è prevista nessuna quota di produzione individuale. Siamo già al secondo caso di lavoratori portati via dal 118 per crisi da stress”.
Nei prossimi giorni sono previste nuove assemblee per decidere le forme di lotta. “Intanto, proprio in vista delle trattative di canale, chiediamo al sindacato di cambiare atteggiamento: non ci interessano soluzioni tampone sugli appalti, ma un netto rifiuto. Da due anni la Coop ha cambiato atteggiamento con i suoi dipendenti, è tempo che il sindacato ne prenda atto”.


LONZI&LACOPPOLA

CRISI IN AZIENDA


Domenica 5 Giugno 2005


CORRIERE DI FIRENZE - PROVINCIA -

I dipendenti dei magazzini danno pieno appoggio alle Rsu su delle presunte irregolarità dell'azienda

UNICOOP DEI PRATONI, LO SCONTRO E'ANCORA APERTO

SCANDICCI - I dipendenti del magazzino Unicoop dei Pratoni portano avanti in maniera decisa la vertenza aperta nelle settimane scorse contro l'azienda.
Nei giorni scorsi, le Rsu del magazzino sono state convocate presso l'ispettorato del lavoro di Firenze per riferire in merito ad una denuncia scattata da parte di alcuni lavoratori e pervenuta all'ispettorato stesso, riguardante l'arbitrario cambiamento dell'orario di lavoro al quale sono stati sottoposti i dipendenti.
Dopo aver ascoltato la versione dei delegati del consiglio d'azienda, la direttrice dell'ispettorato avrebbe quindi riconosciuto la reale possibilità di un atto irregolare da parte dell'azienda ed ha perciò promesso il sollecito interessamento del suo dipartimento.
Nei giorni seguenti si è verificato un piccolo terremoto sindacale. Infatti, nel corso di un'assemblea generale all'interno dei magazzini, il coordinatore Filcams ha annunciato le proprie dimissioni, giustificandole con il mancato riscontro avuto presso i lavoratori nei confronti della linea trattativistica scelta dalla sua organizzazione, che avrebbe preferito trattare con Unicoop.
In sostanza l'assemblea avrebbe preso atto delle dimissioni in questione ed ha confermato la fiducia ai delegati rimasti nelle Rsu, confidando però in nuove elezioni delle stesse in tempi più brevi possibili.

C. B.


CONTINUA IL BRACCIO DI FERRO SUI TURNI DEL MAGAZZINO DEI PRATONI

Domenica 1 Maggio 2005
IL CORRIERE DI FIRENZE - PROVINCIA -

Scandicci Continua il braccio di ferro sui turni del magazzino ai Pratorni, affidato all'esterno Unicoop, la vertenza raddoppia. All'azione legale di 30 dipendenti si unisce quella della Uil

SCANDICCI - Doppia vertenza dei lavoratori Unicoop contro l'azienda. Secondo quanto riportato da alcuni lavoratori delle Rsu del magazzino merci dei Pratoni, nella zona industriale di Scandicci, ben due vertenze legali sarebbero state avviate nei confronti dell'azienda.
La prima azione legale verrà portata avanti, in maniera privata, da oltre 30 dipendententi; mentre la seconda, alla quale non ha ancora aderito lo stesso numero di lavoratori, ha ottenuto l'appoggio di un sindacato, la Uil più precisamente.
E' proprio il secondo aspetto quello che induce a riflettere maggiormente ed a valutare la situazione da un punto di vista anche politico: quella della competizione tra i diversi sindacati. Nelle settimane scorse i lavoratori, prima di raccogliere i fondi necessari per procedere privatamente contro l'azienda, avevano chiesto l'appoggio di tutti i sindacati presenti nel magazzino, compresa la Cgil. Proprio quest'ultima però, sulla base della consulenza del proprio legale, aveva spiegato di non aver dato il proprio appoggio ai lavoratori, perché non c'erano le motivazioni sufficienti per poter procedere contro Unicoop e vincere una eventuale vertenza.
Sempre secondo quanto spiegato da alcuni lavoratori delle Rsu, la vertenza privata farò leva sulla mancata concertazione del nuovo orario di lavoro, che sarebbe stato imposto unilateralmente da parte dell'azienda, mentre quella sindacale, che non richiede il supporto economico dei dipendenti, citerò Unicoop per condotta antisindacale.
I lavoratori del magazzino non sono assolutamente d'accordo con la nuova filosofia dell'azienda che ha deciso di appaltare l'intero turno pomeridiano alla Cft, una cooperativa esterna attiva nel campo della movimentazione merci. In questo modo, visto che nelle settimane scorse è stato soppresso anche il turno notturno, i lavoratori stipendiati da Unicoop non possono più svolgere la propria attività su turni alternati e quindi si vedono costretti a dover lavorare sull'unico turno di mattina, che costringe molti di loro, soprattutto quelli che vengono da lontano, ad orari esasperati.
L'orario di lavoro non rappresenta però il problema principale. A preoccupare maggiormente gli addetti al magazzino è principalmente la paura che in futuro la gestione possa essere data completamente a una azienda estena.


Claudio Bozza


UNICOOP: IN 30 DECIDONO PER LA VERTENZA


Martedì 12 Aprile 2005


LA NAZIONE
Unicoop
: In 30 decidono per la vertenza


Dopo volantinaggi, scioperi e proteste, i lavoratori Unicoop del magazzino di approvvigionamento merci più grande della Toscana, quello dei Pratoni di Badia a Settimo hanno deciso di procedere con la vertenza individuale. La protesta si riferisce alla situazione esistente al magazzino, dove l'azienda ha deciso di appaltare ad una ditta privata le operazioni di preparazione e spedizione della merce. "La scorsa settimana - scrivono i lavoratori - c'è stata l'assemblea che doveva chiarire le posizioni dell organizzazioni sindacali. E' prevalsa la solita vecchia linea che contro la Coop non si procede. La Cgil ha confermato la propria contrarietà all'azione legale. Ad una precisa domanda sul perché di questo comportameto ha risposto "per motivi politico-sindacali". A questo punto noi procederemo lo stesso nella vertenza individuale. Tuttavia l'azione legale d'un sindacato avrebbe ben altro spessore". Il riferimento dei lavoratori è la cosiddetta procedura per "condotta antisindacale" che può essere intrapresa solo dai sindacati. Saranno circa 30 i lavoratori che procederanno con la vertenza sui circa 150 interessati.


IL MANIFESTO APPROFONDIMENTI: LAVORO & DINTORNI

Martedì 12 aprile 2005

Torniamo a parlare della Coop. E torniamo a chiederci quanto vi sia di vero nell'immagine dell'azienda 'buona', che concilia diritti e profitti. Da tempo i rapporti tra l'azienda e i suoi dipendenti sono tesi. Prendiamo il caso esemplare dei lavoratori del magazzino di Scandicci, che rifornisce buona parte dei punti vendita toscani. Qui dal 2001 è in atto un processo che mira a sostituire i dipendenti Unicoop, relativamente garantiti, con manodopera flessibile e più conveniente per l'azienda.
Lo strumento è semplice: sempre più turni lavorativi vendono appaltati a ditte esterne, in questo caso la Cft, che utilizzano lavoratori a basso costo, quasi tutti immigrati, che si spezzano di lavoro per ottenere i premi di produzione (tanto simili al caro vecchio cottimo), e vengono impiegati a seconda delle esigenze del giorno. "Noi attacchiamo alle cinque del mattino e vediamo uscire i lavoratori in appalto, ma il loro turno dovrebbe finire intorno alle 20.30". Parlano i lavoratori Unicoop, che sabato 28 Gennaio ricevono un lapidario 'Ordine di servizio' dal direttore delle risorse umane: "…il suo nuovo turno di lavoro settimanale si effettuerà dalle ore 5,25 alle ore 12,52". Un unico turno mattutino, così il pomeriggio sarò libero per ulteriori appalti.
Da questo momento sono cominciate le mobilitazioni, gli scioperi, le manifestazioni dei dipendenti del magazzino, che proprio non si rassegnano a trovare un accordo a queste condizioni. "Anche perché - spiegano - ormai è chiaro che entro pochi anni l'intero magazzino sarà appaltato e noi saremo spostati qua e là per i negozi. La Coop è grande in Toscana, ma piccolissima nel mondo, e teme l'arrivo dei grandi colossi del commercio. Così ha paura e fa come tutte le altre aziende: abbassa i costi di produzione".
Ci sono state anche due interrogazioni comunali. Una a Firenze: "L'assessore Nencini ha risposto che l'azienda ha adito così spinta da un comitato di cittadini contro i rumori notturni, ma nessuno ne ha mai sentito parlare". L'altra a Scandicci: "Qui il sindaco ha fatto sapere che questa vertenza ' non deve coinvolgere l'ente locale', sorprende però che l'assessore comunale alle attività roduttive sia consigliere d'amministrazione proprio della Cft".
Dopo due mesi di proteste sfiancanti i lavoratori hanno scelto le vie legali. Sono andati a spese loro da avvocati ed è stato loro risposto che ci sono i termini per due vertenze diverse. Una per la violazione dell'articolo 89 del contratto nazionale delle cooperative, che prevede di concordare la distribuzione di orario coi lavoratori. Il sindacato potrebbe ricorrere anche per 'comportamento antisindacale' e richiedere il ripristino degli orari precedenti. Giovedì scorso si è tenuta l'assemblea con i sindacati: "L'avvocato della Cgil ci ha detto che non ci sono i presupposti per entrambe le vertenze, perché sono state condotte effettive trattative". Ma la stessa Rsu nega l'avvio di ogni trattativa a meno che non si consideri tale una semplice comunicazione del cambio di orario. A questo punto non ci resta che andare avanti da soli, la prossima settimana apriremo la vertenza, a titolo e spesa individuale, anche se molti lavoratori hanno paura e il clima in magazzino si è già fatto più pesante".


LONZI&LACOPPOLA





LA CGIL CI ABBANDONA? FAREMO DA NOI

Martedì 12 Aprile 2005


IL CORRIERE DI FIRENZE - PROVINCIA -
Scandicci Magazzino di Badia a Settimo, alcuni lavoratori si rivolgeranno al giudice
La Cgil ci abbandona? Faremo da noi
Unicoop: sindacato contrario alla causa, ma agiranno in 30


SCANDICCI - Circa 30 lavoratori del magazzino Unicoop di Badia a Settimo intenteranno una causa legale nei confronti dell'azienda. La decisione è maturata nei giorni scorsi, a margine dell'assemblea che doveva chiarire le posizioni delle Organizzazioni Sindacali sulla possibile apertura di vertenza legale contro Unicoop. Assemblea che ha registrato lo "scontro" tra le due correnti di pensiero dei lavoratori del magazzino merci più grande della Toscana, oltre 150 le persone impegnate. Da una parte ci sono le Rsu, che non sono d'accordo con l'apertura di una causa legale contro l'azienda e vorrebbero "limitarsi" ad organizzare una serie di scioperi per giungere ad un punto d'incontro con la dirigenza Unicoop; dall'altra ci sono invece i lavoratori più esasperati dal trattamento ricevuto, i quali, attraverso una raccolta di firme, hanno deciso di adire alle vie legali per tutelare i propri diritti, anche attraverso una dura nota: "Come immaginavamo, è prevalsa la solita vecchia linea che contro la Coop non si procede. La CGIL ha confermato infatti la propria contrarietà all'azienda legale".
Secondo le dichiarazione dei 30 lavoratori che hanno deciso di seguire una linea sindacale indipendente da quella delle Rsu, la notizia più eclatante sarebbe rappresentata dal fatto che, sull'attuale stato delle cose, i legali della Cgil, in linea con quanto espresso dalle Rsu, non avrebbero riscontrato alcuna infrazione sindacale da parte di Unicoop, sulla base di cui poter procedere legalmente. In parole semplici Cgil non è quindi disposta ad appoggiare la causa dei 30 lavoratori più esasperati, che non si sono dati per vinti e, dopo aver ottenuto il via libera all'apertura della vertenza da parte di un altro avvocato, hanno deciso di continuare con la linea dura si, ma con l'appoggio della Uil e, probabilmente, anche della Cisl.
I lavoratori agiranno quindi privatamente contro l'azienda per "condotta antisindacale", troppi, a detta loro, "I soprusi sull'orario di lavoro che abbiamo dovuto subire dall'azienda, adesso ci ritroviamo a dover lavorare esclusivamente la mattina, visto che il turno pomeridiano è stato dato in appalto ad un'azienda esterna".


"PERCHE' L'AZIENDA - SPIEGA IL SINDACATO - NON AVREBBE INFRANTO LE REGOLE"

Martedì 12 Aprile 2005


IL CORRIERE DI FIRENZE - PROVINCIA -

"Perché l'azienda - spiega il sindacato - non avrebbe infranto le regole"
Gli avvocati della Cgil non hanno individuato i presupposti legali per aprire una solida vertenza

I lavoratori del magazzino Unicoop non sono assolutamente d'accordo con la nuova filosofia dell'azienda, che ha deciso di appaltare l'intero turno pomeridiano alla Cft, un'azienda esterna attiva nel campo della movimentazione merci. In questo modo, visto che nelle settimane scorse è stato soppresso anche il turno notturno, i lavoratori stipendiati da Unicoop non possono più svolgere la propria attivit su turni alternati.

SCANDICCI - I lavoratori quindi si vedono costretti a dover lavorare sull'unico turno di mattina, che costringe molti di loro, soprattutto quelli che vengono da lontano, ad orari esasperati. L'orario di lavoro non rappresenta però il problema principale. A preoccupare maggiormente i lavoratori è l'interpretazione che quest'ultimi danno alla strategia dell'azienda. I lavoratori temono infatti che in futuro il magazzino possa essere dato completamente in appalto ad un azienda esterna.
Gli avvocati della Cgil non hanno individuato i presupposti legali necessari ad aprire una solida vertenza legale, fatto che ha creato una posizione disunitaria all'interno dei 150 lavoratori coinvolti, "Perché l'azienda - ha spiegato Pestelli della Cgil - non avrebbe infranto le regole che stabiliscono la cosiddetta "condotta antisindacale". La discussione sulla radicale modifica degli orari lavorativi è sindacalmente contestabile, ma non ci sono le condizioni per procedere legalmente e questo è dettato dal nostro senso di responsabilità".
Nel quadro attuale non è stato attuato alcun licenziamento, e sulla posizione discordante tra Uil, che ha deciso di appoggiare la vertenza dei 30 lavoratori, e Cgil, sempre secondo Pestelli si tratta "di normale competizione tra sindacati".


SOLIDARIETA' DI COOP NEL MONDO, MA I DIPENDENTI SONO ESCLUSI !!!

INFORMASCANDICCI..(30/03/2005)

SOLIDARIETA' DI COOP NEL MONDO, MA I DIPENDENTI SONO ESCLUSI !!!
Continua la lotta dei lavoratori del magazzino Coop contro l'appalto


Cosa pensate di un'azienda con ottimi profitti che, senza trattativa alcuna, invia perentori ordini di servizio ai propri dipendenti il sabato dicendogli che da lunedì il loro orario sarà cambiato?
Cosa pensate se fa questo per spostare da un turno all'altro i propri dipendenti e far posto ad unappalto?
Probabilmente che è un'azienda arrogante, che non si cura minimamente delle esigenze del proprio personale. Insomma un'azienda con dirigenti prepotenti, tutta protesa al solo al profitto.
Ma se questa stessa azienda ha una immagine pubblica che la identifica come attenta ai problemi sociali e della solidarietà e legata da sempre alla sinistra, penserete che c'è una bella dose di ipocrisia, o quanto meno che c'è una contraddizione tra quello che essa dice di essere e quello che in realtà è.
Stiamo parlando di Unicoop Firenze. La Coop insomma, quella dello slogan la Coop sei tu.
Siamo dipendenti del magazzino Unicoop Firenze che si trova a Scandicci e che rifornisce i negozi Coop di gran parte della Toscana.

Nel dicembre scorso la direzione aziendale ci ha comunicato che intende appaltare il magazzino, di conseguenza le persone che vi lavorano all'interno anche da oltre 20 anni sono divenute un peso inutile, dei pacchi da spostare. Il lavoro era strutturato su 3 turni, mattina, pomeriggio e notte. Il turno di notte già gestito dalla CFT, la cooperativa appaltatrice, è stato spostato sul pomeriggio e i lavoratori Coop del pomeriggio sono stati obbligati con un ordine di servizio a "accalcarsi" sul turno di mattina, con disagi di orario e problemi di sicurezza, dato il soprannumero. Tutto questo senza una contrattazione solo con l'arroganza del più forte e ciò avviene in un'azienda dai bilanci sani e dai conti floridi. Largo all'appalto quindi.
Due parole anche su quest'ultimo. I lavoratori della CFT, in gran parte extracomunitari, sono costretti alavorare a ritmi disumani, al minimo salariale, con incentivi di produzione (in pratica una specie di cottimo), con orari che vanno spesso ben oltre le 8 ore. Tutto questo avviene alla Coop.
E' per queste ragioni che noi dipendenti del magazzino siamo in lotta da gennaio con scioperi e altre iniziative e non intendiamo mollare. Vogliamo lavorare con dignità e rispetto e crediamo che non esista una solidarietà di facciata e un'ingiustizia di sostanza come pensa la Coop.
No
i pensiamo che la solidarietà sia una sola.

LAVORATORI UNICOOP


VOLANTINAGGIO DAVANTI ALL'IPERCOOP DI LASTRA A SIGNA

Sabato 26 Marzo 2005


LA NAZIONE


I lavoratori continuano la loro pacifica azione di informazione
Protesta dei lavoratori del magazzino Unicoop dei Pratoni
Volantinaggio davanti all'Ipercoop di Lastra a Signa.


Continua la protesta dei lavoratori del magazzino Unicoop dei Pratoni. Ieri mattina approfittando della maggior affluenza del periodo pasquale, i lavoratori del magazzino merci più grande della Toscana, hanno continuato la loro pacifica azione di volantinaggio davanti all'Ipercoop di Lastra a Signa per informare la clientela sulle politiche messe in atto da Unicoop


LASTRA A SIGNA - L'Unicoop sarebbe responsabile di aver appaltato anche il turno pomeridiano ad una ditta esterna, dopo aver già fatto la stessa cosa anche per quello notturno. I dipendenti del magazzino non sono d'accordo con quanto dichiarato nei giorni scorsi da Unicoop: "Le nostre decisioni - aveva spiegato il responsabile della comunicazione - non hanno assolutamente causato alcun licenziamento. In precedenza avevamo appaltato il turno notturno, che adesso abbiamo soppresso, ed ora abbiamo adottato lo stesso metodo anche per quello pomeridiano. Quindi non si tratta di un ulteriore appalto, che crea la perdita di posti di lavoro. Allo stesso tempo dovevamo soddisfare le richieste di 33 lavoratori del magazzino dei Pratoni, i quali ci hanno chiesto il trasferimento nei punti vendita". "Non è assolutamente vero che 33 di noi hanno chiesto il trasferimento nei punti vendita - hanno spiegato le Rsu, durante il volantinaggio di ieri - saremo appena dieci ad aver avanzato questo tipo di richiesta. Il fatto è che adesso, circa 150 di noi, dovranno lavorare esclusivamente in un unico turno che parte alle 5.30 di mattina; ma l'aspetto che ci preoccupa di più è che questo sia solo il primo passo per appaltare totalmente la movimentazione merci del magazzino ad una ditta esterna".

CB


VERTENZA PIU' DURA SUGLI APPALTI ESTERNI

Mercoledì 23 Marzo 2005

La Nazione

COOP Volantinaggio anche a Lastra a Signa
Magazzini dei Pratoni

Vertenza più dura sugli appalti esterni


"Vergogna". E' l'incipit del volantino distribuito ieri mattina dai lavoratori della Rsu del magazzino Unicoop dei Pratoni. Gli operai hanno distribuito i volantini davanti all'Ipercoop di Lastra a Signa, per protestare contro la decisione di appaltare il turno pomeridiano a una cooperativa esterna. "Unicoop Firenze - si legge nel documento distribuito davanti all'ipermercato - nonostante il dissenso dei lavoratori e delle organizzazioni sindacali, ha fatto un atto di forza, appaltando anche un turno di lavoro diurno al magazzino di Scandicci senza accordo sindacale.
Stavolta si è distinta in negativo, con un atteggiamento diverso rispetto al passato, disdettando l'accordo sulle graduatorie dei passaggi da part time a full time, non confermando i lavoratori con contratto a tempo determinato per far posto a lavoratori con contratto di apprendistato".
Ma non basta "Inoltre - si legge ancora nel documento firmato dalle Rsu del magazzino - sta utilizzando forme di sfruttamento, quali quelle imposte ai lavoratori degli appalti, senza alcun rispetto per chi per anni ha contribuito allo sviluppo delle cooperativa. La solidarietà è una sola e non deve rimanere escluso nessuno. Questo gioco non ci piace, abbiamo aspettato anche troppo, adesso basta".
Parole dure, quelle del sindacato, di fronte a una situazione che già da un mesetto sarebbe al centro dell'attenzione. Dopo l'appalto del turno pomeridiano, immediatamente sono partite le polemiche. "Nei magazzini Unicoop di Scandicci verrà messo in atto un progetto di mobilità interna al gruppo, nel rispetto degli accordi sindacali". Dopo i primi presidi, questa fu la risposta di Unicoop,, che aveva garantito che con le proposte di riorganizzazione all'interno dei magazzini di Scandicci nessun posto di lavoro sarebbe stato toccato.
"La missione di Unicoop Firenze - puntualizzò una nota di Unicoop - è quella di salvaguardare il reddito di soci e consumatori. Nel 2005 la cooperativa si accinge ad investire circa 16 milioni di euro per ridurre i prezzi di vendita. E si apre una fase di razionalizzazione, pur senza ledere in alcun modo i diritti dei lavoratori. Negli ultimi tre anni, lo ricordiamo, Unicoop Firenze ha assunto 1580 persone: oggi gli occupati sono 7497". Ma le rassicurazioni non devono aver convinto i sindacati, che sono tornati all'assalto.

Fabrizio Morviducci


UNICOOP: DUE ORE DI SCIOPERO AL GIORNO

Venerdì 18 Marzo 2005


CORRIERE DI FIRENZE - PROVINCIA

Da lunedì fino a Pasqua continua la protesta dei dipendenti
Unicoop, due ore di sciopero al giorno


SCANDICCI - Due ore di sciopero per tutta la prossima settimana. E' ancora in stato di agitazione al magazzino Unicoop ai Pratoni di Badia a Settimo, dove da oltre un mese, l'ordine di servizio aziendale risale al 29 gennaio, i lavoratori protestano per la decisione di appaltare il turno pomeridiano ad una ditta esterna, come era già avvenuto per quello notturno.
Una scelta che coinvolge circa centosessanta dipendenti e che era stata criticata dai sindacati perché avvenuta al di fuori degli accordi e temendo possibili ripercussioni occupazionali, che l'azienda aveva però subito smentito con un comunicato in occasione dello sciopero di quattro ore dell'8 febbraio.
Ma la protesta è andata avanti e dopo il nuovo volantinaggio avvenuto la scorsa settimana davanti ai supermercati per ribadirne le ragioni, "e che - dicono le Rsu - ha avuto un buon successo di partecipazione", ieri mattina la decisione di attivare altre forme di lotta a partire da lunedì.
Una decisione presa a maggioranza al termine della riunione dei delegati sindacali che si è svolta all'interno del magazzino e che ha sancito lo sciopero di due ore a scacchiera, fino a sabato 26 compreso, la vigilia di Pasqua. A ruota si fermeranno nel corso della mattinata prima i preparatori e poi i mulettisti, due ore ciascuno, mentre nel pomeriggio toccherà ai lavoratori dell'ortofrutta che non hanno ancora ricevuto l'ordine di servizio e rimangono impiegati su due turni.

Alessandro Bartolini


FOCO n.12 Marzo 2005

Negli ultimi mesi la situazione nei vari magazzini Unicoop e Coop Italia (Sesto, Capalle, Scandicci, etc, etc) sta velocemente diventando incandescente... Per fortuna non mancano le azioni di protesta da parte di precari e lavoratori a tempo indeterminato per ottenere condizioni di lavoro meno disumane. Come nel caso dei volantinaggi organizzati da precari ed ex-precari (di cui tre in causa, dopo il licenziamento, con coop italia) al cinema Grotta di Sesto F.no in occasione della rassegna di film sul lavoro flessibile patrocinata dalla coop stessa. Iniziativa che ha riscosso molto interesse tra i presenti, con attestati di solidarietà per i lavoratori e indignazione nei confronti della cooperativa.
Tutto questo non poteva sfuggire ai dirigenti del magazzino di Sesto i quali, entrati in possesso del volantino, si sono prontamente attivati nell'intimare minacciosamente i pochi lavoratori non ancora licenziati, presenti all'iniziativa, di smettere di denigrare l'azienda, altrimenti.....

Da notare, inoltre, che nessun capo o capetto ha parlato direttamente agli interessati: lo hanno fatto fare ai soliti sindacalisti CGIL compiacenti. Anche per quanto riguarda i magazzini unicoop ci sono da annotare proteste da parte dei lavoratori. L'8 febbraio uno sciopero di quattro ore, molto ben riuscito, si è concluso con un presidio sotto la sede di Via S.Reparata, alla presenza di trecento manifestanti. Al centro della protesta il rifiuto dei lavoratori al subappalto di gran parte della produzione del proprio magazzino, con l'inevitabile preoccupazione di vedersi, da un giorno all'altro spostare in altre sedi magari a molti chilometri da casa.
Tutto ciò alla faccia delle bandiere della pace appese in ogni negozio Coop e alle loro auto certificazioni contro lo sfruttamento del lavoro.


FERMI PER QUATTRO ORE

Mercoledì 9 Febbraio 2005


LA REPUBBLICA


Fermi per quattro ore i lavoratori del magazzino di Scandicci
Per un appalto esterno primo sciopero alla Coop


E' STATO il primo sciopero contro la Coop. Quattro ore, ieri, fatte dai lavoratori del magazzino di Scandicci in risposta alla decisione dell'azienda di appaltare a una ditta esterna il turno del pomeriggio e non è stato facile schierarsi contro l'azienda da sempre considerata amica. Rsu e organizzazioni di categoria di Cgil, Cisl e Uil considerano la protesta riuscita dopo che nel magazzino, su 165 persone, ha scioperato il 70%. Minore la mobilitazione negli uffici, tanto che Unicoop stima un'adesione totale di circa il 40%. L'unico altro momento di grossa tensione che si ricordi risale al 2001, ai tempi del trasferimento del magazzino da Sesto a Scandicci, quando però ci si limitò al blocco degli straordinari. Oggetto del contendere, allora come ora, gli appalti esterni. Allora Unicoop finì per affidare, tramite un sofferto accordo sindacale, il turno di notte a una ditta esterna. Ora ha deciso di eliminare la notte e trasferire l'appalto al turno del pomeriggio, spostando i dipendenti alla mattinao, per chi lo voglia, nei negozi invece che al magazzino.
A questo punto le prime volte diventano due. "E' la prima volta - protestano le rsu - che una decisione viene presa senza un accordo ma attraverso un ordine di servizio". Ma Unicoop sostiene le proprie ragioni: "Abbiamo proposto una riorganizzazione senza toccare un posto solo di lavoro", è la prima. Dopodichè la Coop spiega che nei magazzini di Scandicci si attuerà solo una mobilità interna "prevista dagli accordi con i sindacati", che anche nel 2005 verranno investiti 16 milioni di euro nello sforzo di tenere bassi i prezzi e che dunque è necessario "aprire una fase interna di razionalizzazione e lotta agli sprechi"Unicoop fa anche sapere di avere assunto1.580 persone negli ultimi tre anni e firmato un accordo sindacale nel 2002 non a caso battezzato "patto per lo sviluppo" per conciliare l'interesse dei consumatori con il migliorameto delle condizioni di lavoro.
D' altra parte, prosegue Unicoop, tutta l'altra grande distribuzione ha interamente appaltato la logistica fuori. "Ma non deve accadere anche in Coop - ribattono rsu e sindacati - E' vero che nessuno sarà licenziato ma ci si trasferisce non verrà rimpiazzato e chi è assunto a tempo determinato perde la speranza di passare al posto fisso. In più temiamo che questo sial il primo passo verso un uso più esteso degli appalti". Aggiunge Sergio Pestelli, segretario Filcams-Cgil: "L'uso degli appalti si sta sempre più diffondendo perché questi lavoratori costano meno, sono più flessibili, hanno meno diritti. E' tempo non solo di protestare per la vicenda Unicoop ma anche di adoperarsi perché i lavoratori degli appalti abbiano gli stessi diritti degli altri".

Ilaria Ciuti




LA RISPOSTA DI UNICOOP

Mercoledì 9 febbraio 2005


CORRIERE DI FIRENZE - PROVINCIA

La risposta di Unicoop: "Mobilità interna nel pieno rispetto degli accordi"
"Nessun posto sarà toccato"

FIRENZE - "La difesa dei livelli occupazionali interni è da sempre una priorità per Unicoop Firenze e con le proposte di riorganizzazione all'interno dei magazzini di Scandicci nessun posto di lavoro verrà toccato. Questo è l'impegno che da sempre caratterizza la Cooperativa e verrà mantenuto una volta di più in questa vertenza". E' quanto riporta il comunicato diffuso ieri da Unicoop Firenze in seguito allo sciopero dei dipendenti degli uffici di Firenze e del magazzino e degli uffici di Scandicci, sciopero che - rende noto Unicoop, ha visto la partecipazione di 247 addetti sui 613 dipendenti delle due sedi, pari al 40,29 per cento.
"Unicoop Firenze - continua la nota - si è sempre distinta per un modello di relazioni sindacali improntato al confronto e al rispetto reciproco, un modello che spesso ha assunto la veste di esperienza pilota a livello più generale, e proseguirà su questa linea anche in un contesto di grandi difficoltà economiche e sociali come l'attuale. Nei magazzini di Scandicci verrà dunque attuata una mobilità interna, esplicitamente prevista dagli accordi con Cgil, Cisl e Uil, che terrà conto anche delle esigenze dei singoli lavoratori".
"La missione di Unicoop Firenze, ribadita con convinzione anche maggiore in un momento di erosione del potere d'acquisto, è quella di salvaguardare il reddito di soci e consumatori. Nel 2005 la cooperativa si accinge ad investire circa 16 milioni di euro per ridurre ulteriormente i prezzi di vendita. E necessariamente si apre una fase interna di razionalizzazione, lotta agli sprechi e maggiore efficienza, pur senza ledere in alcun modo i diritti dei lavoratori". Negli ultimi tre anni, si legge nel documento, "Unicoop Firenze ha assunto 1580 persone: oggi gli occupati sono 7497. In cifre, dal 2002 al 2004, l'incremento occupazionale è stato di oltre il 26%".


UNICOOP: LA PROTESTA ARRIVA IN PIAZZA

Mercoledì 9 febbraio 2005


CORRIERE DI FIRENZE - PROVINCIA

Manifestazione contro l'affidamento a ditte esterne dei turni pomeridiani in magazzino. Unicoop, la protesta arriva in piazza
Ieri presidio e corteo dei dipendenti di Scandicci e Firenze


FIRENZE - L'appalto del turno di lavoro pomeridiano a una ditta esterna, ai dipendenti del magazzino Unicoop di Scandicci non va proprio giù. Lo hanno ribadito anche ieri mattina, con uno sciopero di quattro ore indetto dalle Rsu del magazzino, Filcams, Fisascat e Uiltucs, un atto per esprimere il proprio dissenso sull'approvazione dello scorso 29 gennaio di un "ordine di servizio" in cui è previsto che in due reparti del magazzino dove si trovano circa 50 dipendenti, il lavoro pomeridiano sia affidato a una ditta esterna.
Molte le polemiche e le preoccupazioni che si sono susseguite in questi giorni sulla scelta, "che può ripercuotersi in modo più generale sulle future occupazioni lavorative dell'intera catena Unicoop - lamenta Claudio, un dipendente - Questo fa vedere che il volto che mostra Unicoop pubblicamente è ben diverso".
Allo sciopero hanno aderito i dipendenti del magazzino, di negozi, e degli uffici scandiccesi e fiorentini: circa 300 persone in tutto, che attorno alle dieci di mattina hanno dato il via a un presidio in via Santa Reparata, diventato poi una manifestazione di protesta: un centinaio di persone della sede Unicoop si sono dirette fino a piazza della Signoria, sostando davanti a Palazzo Vecchio.
In molti si sono presentati in tenuta da lavoro, qualche cartello e volantini alla mano, intonando cori contro "l'esternalizzazione degli impieghi - come spiega il portavoce della Rsu del Magazzino - perché non possono essere stralciati gli accordi fatti ai suoi tempi, che prevedevano il lavoro esterno solo per il turno di notte, e che con un ordine di servizio sono stati cambiati".
La consigliera comunale Anna Nocentini, notando i manifestanti, si è avvicinata per chiedere spiegazioni e si detta sorpresa di come "fatti del genere accadono in un'azienda che ha il 4,5% di utili", e ha ribadito a più riprese che "il problema deve essere risolto a livello comunale". Nocentini si è impegnata a presentare "oggi stesso (ieri ndr) un'interrogazione sulla vicenda" e a discutere dell'accaduto nella conferenza dei capigruppo di questo lunedì.

Sara Frangini




LAVORO IN APPALTO, SCIOPERO ALLA UNICOOP

Sabato 5 Febbraio 2005


IL MANIFESTO


Lavoro in appalto, sciopero alla Unicoop
In presidio sotto la sede centrale, in corteo fino a Palazzo Vecchio i lavoratori del magazzino di Scandicci. "Basta esternalizzazioni"


Scendono in piazza i lavoratori della Unicoop. Alle dieci si schierano in presidio di fronte alla sede centrale di via santa Reparata, poi muovono in corteo fino a Palazzo Vecchio. Vengono dal magazzino di Scandicci, che impiega più di trecento persone, dove sono state indette quattro ore di sciopero. Denunciano la politica aziendale degli appalti. Dal 2001 in questo mgazzino il terzo turno, quello notturno, è stato appaltato alla Cft. "Ci opponemmo con forza a questa decisione, il lavoro in appalto è un odioso strumento che condanna le persone a non avere futuro. Questi lavoratori oggi non sono in piazza, non se lo possono permettere ed anzi verranno costretti a coprire le ore di chi sciopera". A parlare sono le Rsu del magazzino: "Già allora capimmo quale strada stava imboccando la Unicoop, oggi ne abbiamo la conferma". Infatti a gennaio di quest'anno, con un'ordine di servizio (ossia senza alcuna discussione con i lavoratori), l'azienda ha tolto il turno pomeridiano. Dalle 14 alle due di notte verranno impiegati i lavoratori in appalto, per le ore che servono. Cioè ogni giorno si va a casa solo quando il lavoro è finito.
In barba ad accordi presi nel 2001 cresce il precariato: "Sono ragazzi, molti immigrati, che lavorano un minimo di nove ore giornaliere. Stagionali che per necessità prendono tutto il lavoro disponibile. E nei magazzini il lavoro è duro, si maneggiano muletti di tonnellate. Il rischio di farsi male è alto, specie coi capetti che ti mettono pressione. Cè molto lavoro manuale ed è controllato, se non movimenti un certo numero di chili vieni richiamato e al terzo richiamo sei fuori". Le Rsu parlano di vero e proprio 'cottimo' per i lavoratori del magazzino. "La soppressione di un turno rende le condizioni di lavoro difficili anche per noi - dicono gli impiegati Unicoop - si crea un sovraffollamento che rende pericoloso l'impiego degli strumenti".
Fanno notare quanto ciò strida con l'etica sociale rivendicata dall'azienda cooperativa: "Quando abbiamo chiesto che fossero rispettati accordi e diritti, ci hanno detto che questa proposta non produceva per loro un risparmio produttivo". Se poi alla soppressione del secondo turno e all'estensione del lavoro in appalto si aggiunge il mancato rinnovo dei dipendenti cosiddetti tipici, ben trenta per ora, il quadro si delinea: "Temiamo che alla fine tutto il magazzino possa essere appaltato. Per questo l'assemblea dei lavoratori chiede a Unicoop di fare marcia indietro, di ripristinare subito il turno pomeridiano e farla finita con l'esternalizzazioni".
Alla fine del corteo una delegazione di lavoratori sale a Palazzo Vecchio. Ricevono la promessa di un incontro con l'assessore Nencini e le segreterie sindacali, ma sottolineano che per loro avrò significato solo se si svolgerà in tempi rapidi. Per ora c'è l'impegno immediato di Rifondazione, per bocca della consigliera comunale Anna Nocentini, ad un'interrogazione per sapere come intenderà muoversi l'amministrazione. Il 14 Febbraio si terrà un attivo unitario di tutti i delegati per decidere come procedere. Sotto Palazzo Vecchio un lavoratore espone un cartello: "La Coop sei tu, ma io chi sono?".

LONZI&LACOPPOLA




COOP: TENSIONE NEI MAGAZZINI

Mercoledì 2 febbraio 2005


LA REPUBBLICA

Le Rsu denunciano l'affidamento all'esterno di alcune mansioni
Coop, tensione nei magazzini


TENSIONE alle stelle ai magazzini Unicoop dei Pratoni a Scandicci. I lavoratori hanno già volantinato gli ingressi delle Coop toscane denunciando l'azienda. Domani si terrà l'assemblea in cui i tre sindacati di categoria, Filcams, Fisasca e Uiltucs, usciranno con un documento che di fatto aprirà la vertenza con Unicoop. La protesta nasce dalla trasformazione unilaterale da parte della Coop del già maldigerito accordo del 2001 in cui, in occasione del trasferimento del magazzino da Sesto, si concordava che il turno di notte sarebbe stato appaltato a ditte esterne. Adesso Unicoop, visti la crisi e il fatto che tutto il resto della grande distribuzione ha già appaltato all'esterno l'intero lavoro dei magazzini, ha chiuso il turno di notte e spostato l'appalto all'esterno al turno del pomeriggio. Invano assicura che nessuno sarà licenziato, che alla ditta esterna saranno imposte le stesse tutele di prima. I lavoratori temono che l'uso degli appalti esterni vada estendendosi come da Unicoop non accettano.




SCANDICCI: PROTESTA ALLA COOP


Martedì 1 Febbraio 2005

CORRIERE DI FIRENZE - PROVINCIA
Volantini contro l'azienda: si contesta l'intenzione di appaltare un turno di lavoro
Scandicci, protesta alla Coop
Continua il periodo nero del mercato del lavoro


SCANDICCI - Continua il periodo nero del mercato del lavoro scandiccese: questa volta monta la protesta dei dipendenti della Coop. I lavoratori del magazzino Unicoop dei Pratoni, durante gli ultimi giorni, hanno infatti organizzato una singolare, ma efficace iniziativa di protesta: il volantinaggio.
Con questa ennesima azione di disapprovazione da parte dei lavoratori, si può tranquillamente affermare che oramai in città "piove sul bagnato".
In questa occasione, dopo la messa in mobilità di ben 34 operai al mobilificio Ciatti e la cassa integrazione per 280 lavoratori della Matec, stavolta è stato, sorprendentemente, il turno della grande distribuzione.
I lavoratori del magazzino di approvvigionamento merci più grande della Toscana, hanno presidiato l'entrata di oltre cinquanta dei novanta punti vendita della Coop, distribuendo alla clientela volantini di protesta nei confronti dell'operato dell'azienda.
La Coop infatti, secondo quanto dichiarato dai rappresentanti delle Rsu, "Vorrebbe appaltare ad un'azienda privata l'intero turno di lavoro pomeridiano all'interno del magazzino".
Inutile sottolineare il fatto che i lavoratori ed i loro rappresentanti sindacali non hanno condiviso assolutamente questa scelta. Così, il 28 gennaio scorso, i 130 lavoratori coinvolti dal provvedimento avrebbero appreso l'inattesa novità. In pratica è stato deciso un cambio di turno per questi ultimi, dopo che l'azienda avrebbe dato in appalto la movimentazione delle merci a una ditta esterna proprio per il pomeriggio.
Subito Rsu e dipendenti hanno deciso di dare vita a una serie di iniziative per protestare contro questo cambiamento che, a sentire i lavoratori, "andrebbe a scapito della qualità del servizio ai clienti". I lavoratori, piuttosto che per lo sciopero (che avrebbe favorito la Coop nel periodo post-natalizio), hanno così optato per il volantinaggio. In modo da informare i clienti che tutti i giorni vanno a fare la spesa. I dipendenti raccontano di aver vissuto la scelta aziendale come "un mancato rispetto degli accordi assunti con sindacato e lavoratori".

Claudio Bozza



UNICOOP: PREOCCUPAZIONE PER I LIVELLI OCCUPAZIONALI


Venerdì 14 Gennaio 2005


IL CORRIERE DI FIRENZE - PROVINCIA

Interrogazione di Lorenzo Falchi (Pdci) sui lavoratori sestesi al magazzino Unicoop
"Preoccupazione per i livelli occupazionali"

SESTO - Con il trasferimento del magazzino Unicoop di via Petrosa avvenuto alcuni anni fa per consentire la costruzione dell'Ipercoop, i dipendenti, residenti tra Sesto e Cadenzano, vennero spostati nel nuovo magazzino Unicoop a Scandicci.
La situazione oggi, però sembra cambiata e vi sarebbero preoccupazione per le nuove assunzioni. Su questo tema il consigliere comunale dei Comunisti italiani, Lorenzo Falchi, presenterà una interrogazione al consiglio comunale di martedì prossimo.
"L'intenzione di Unicoop Firenze - dice Falchi - è di ridimensionare in modo consistente l'organico del reparto generi vari del magazzino di Scandicci, con i trasferimenti del personale dei punti vendita per limitare la prestazione lavorativa ad un solo turno e coprire quello vacante con personale di cooperative esterne ed abbattere i costi".
All'inizio, spiega Falchi, i turni erano tre passati poi a due perché uno venne appaltato ad una cooperativa esterna. Con la nuova decisione resterebbe un solo turno da mantenere con il personale Unicoop.
"La preoccupazione - dice Falchi - non è tanto per gli attuali dipendenti che manterranno il loro posto di lavoro anche se potrebbero essere spostati in punti vendita con mansioni diverse, ma per le future assunzioni che in questo modo rischiano di non esserci".
Con il trasferimento del personale del magazzino di via Petrosa, venne stipulato un protocollo d'intesa tra l'amministrazione comunale sestese e la cooperativa.
"Fra le altre cose - dice Falchi - impegnava la cooperativa a mantenere inalterati i livelli occupazionali attraverso il trasferimento dei lavoratori al nuovo magazzino di Scandicci".
A questo proposito il consigliere del Pdci chiede di sapere se il sindaco è a conoscenza della situazione in maniera dettagliata della situazione, "visto - dice Falchi - che la Unicoop si impegnò sia con l'allora sindaco nel siglare un protocollo d'intesa, sia con il consiglio comunale che recepì tale impegno".

E.A.


UNICOOP: LAVORO GARANTITO?


Venerdì 14 Gennaio 2005


LA NAZIONE


Interrogazione dei Comunisti Italiani sul rispetto del protocollo del '98 tra Comune e proprietà
Unicoop: lavoro garantito?

Sono stati rispettati gli accordi presi nel protocollo d'intesa fra amministrazione comunale ed Unicoop per il trasferimento dei lavoratori degli ex magazzini Coop di Sesto a Scandicci?
Attorno alla domanda ruota l'interrogazione che Lorenzo Falchi, giovane capogruppo consiliare dei Comunisti Italiani, presenterà martedì prossimo in consiglio comunale sui "livelli occupazionali" del magazzino della cooperativa di grande distribuzione presente nel territorio scanndiccese. "Siamo venuti a conoscenza - spiega lo stesso Falchi presentando l'interrogazione - dell'intenzione di Unicoop Firenze di ridimensionare in modo consistente l'organico del reparto 'generi vari' del proprio magazzino a Scandicci attraverso trasferimenti del personale attuale presso i diversi punti vendita Coop. Questo con l'obiettivo di limitare la prestazione lavorativa ad un solo turno e coprire quello vacante con personale dipendente di cooperative esterne abbattendo così i costi della logistica. Fra l'altro questo ha suscitato la preoccupazione degli stessi lavoratori che hanno fatto pubblicamente conoscere le loro apprensioni su questo punto". Anche se i magazzini Unicoop si trovano attualmente a Scandicci in realtà la partita interessa per la maggior parte lavoratori sestesi: in vista della realizzazione dell'Ipercoop di Sesto, inaugurata nell'ottobre 2003 in via Petrosa proprio nello spazio in cui si trovavano i magazzini Unicoop, fu disposto infatti il trasferimento dei dipendenti in servizio nelle strutture create sul territorio scandiccese. "La cosa - continua Falchi - passò anche attraverso il consiglio comunale con una delibera del '98 con cui si recepiva il protocollo dd'intesa fra amministrazione e proprietà che, fra le altre cose, impegnava la cooperativa a mantenere inalterati i livelli occupazionali attraverso il trasferimento dei lavoratori al magazzino di Scandicci.
Non crediamo che, anche con lo spostamento in altri punti vendita, ci siano problemi legati al mantenimento del posto di lavoro per i dipendenti provenienti da Sesto ma il ricorso alle cooperative rappresenta comunque una precarizzazione dell'occupazione e potrebbe precludere nuove assunzioni di personale. La cosa ci preoccupa per questo abbiamo deciso di chiedere al sindaco Gianassi se è a conoscenza della situazione in modo dettagliato soprattutto per quanto riguarda il rispetto del protocollo siglato a suo tempo"


Sandra Nistri



PRECARI AL POSTO DEI DIPENDENTI PER RIDURRE I COSTI


Martedì 21 dicembre 2004


LIBERAZIONE
NUOVO MOVIMENTO OPERAIO
Una lettera aperta di circa cento lavoratori regolari
Unicoop, precari al posto dei dipendenti "per ridurre i costi"


Rimpiazzati dai precari per ridurre i costi alla Unicoop. E' la denuncia di un gruppo di lavoratori dipendenti della Unicoop Firenze. Gli addetti sono impiegati presso il reparto "generi vari" del magazzino (Scandicci). Questo magazzino fa da centro generale di smistamento per oltre la metà dei negozi di tutta la regione Toscana. Lo scorso 2 dicembre la direzione aziendale ha imposto ai lavoratori un ridimensionamento degli organici, anche attraverso alcuni trasferimenti presso altri punti vendita "al fine di limitare la prestazione lavorativa a un solo turno". Il bello è che i posti lasciati vacanti dagli "esuberi" verranno assegnati ad un gruppo di lavoratori in appalto, "che già adesso sono presenti con il terzo turno, quello di notte".
"Questa decisione - proseguono i lavoratori nel comunicato - è stata presa da Unicoop Firenze con l'obiettivo di ridurre i costi per far fronte sia a una presunta flessione nelle vendite verificatesi nell'ultimo periodo, che a una crescente concorrenza nel settore della grande distribuzione". Ciò che sta avvenendo, sono parole della direzione Unicoop, "è un lento, morbido e indolore processo di terziarizzazione della logistica".
I lavoratori temono la cessione in appalto dell'intero magazzino. "Come possiamo accettare l'idea che la semplice riduzione del nostro organico di reparto (circa 100 persone molte delle quali impiegate da più di 20 anni) a favore di lavoratori esterni, pagati al minimo sindacalee spinti a lavorare in modo incessante (in gran parte extracomunitari), possa essere la soluzione ai problemi di un colosso come Unicoop Firenze, che impiega qualcosa come 8.000 dipendenti?".

R.S.



IL TURNO NON SI TOCCA

Domenica 19 Dicembre
CORRIERE DI FIRENZE - PROVINCIA -

Scandicci L'assemblea del reparto salumi e latticini del magazzino Unicoop ha ribadito l'opposizione al progetto dell'azienda "No all'eliminazione: il turno non si tocca"

SCANDICCI - Il turno non si tocca. E presto la contesa sarà allargata al resto dei dipendenti. Continua lo stato di agitazione nei magazzini Unicoop di Scandicci. Ieri mattina, i dipendenti dello stabilimento dei Pratoni hanno redatto il verbale dell'assemblea che è stato inviato ai vertici di Unicoop Firenze. I lavoratori ribadiscono "l'assoluta contrarietà al progetto aziendale di eliminazione di un turno di lavoro diurno, esistente nei reparti generi vari, salumi e latticini".
Inoltre, l'Rsu richiede "l'immediato ripristino della vecchia turnazione riguardante il sabato pomeriggio lavorativo nel reparto salumi e latticini" e "l'ottimizzazione dell'organico dei reparti interessati reinserendo personale in sostituzione". Ma la questione della quale si è già occupata anche la Provincia di Firenze in seguito a una domanda di attualità formulata da Rifondazione Comunista, è destinata ad uscire fuori dal reparto salumi e latticini: l'Rsu fa sapere che sarà presto convocata un'assemblea generale dell'intero magazzino "per tutelare e mantenere l'esistenza dei dipendenti Unicoop Firenze all'interno della propria sede lavorativa".

IN CONSIGLIO L'AGITAZIONE AL MAGAZZINO COOP


Giovedì 16 dicembre 2004
CORRIERE DI FIRENZE - PROVINCIA-

Provincia, oggi pomeriggio seduta: sei domande d'attualità fra cui una relativa alla vertenza

FIRENZE - Il Consiglio provinciale presieduto da Pietro Roselli di questo pomeriggio sarà aperto da sei domande d'attualità: due del consigliere Nascosti (An) sull'inceneritore di Selvapiana nel comune di Pontassieve e sull'entrata della Provincia in Firenze Mostre. Quattro dei consiglieri Targetti, Calà e Verdi (Prc) sul mortale infortunio sul lavoro avvenuto in un cantiere in appalto di Publiacqua a Tavarnelle Val di Pesa, sullo stato di agitazione dei dipendenti della Manetti & Roberts, sullo stato di agitazione dei dipendenti del Magazzino Coop di Scandicci, sulla minacciata chiusura dei pozzi delle Sibille. Due delibere iscritte: del Presidente della Provincia sulle modifiche allo statuto dell'azienda agraria Mondeggi Lappeggi. Dell'assessore all'ambiente Nigi sull'approvazione del nuovo testo di revisione dello statuto dell'agenzia per l'energia. A seguire il dibattito congiunto sulle mozioni dei consiglieri Bevilacqua, Bestini e Avezzano Comes (FI) a sostegno della Finanziaria 2005 e dei consiglieri Ermini (La Margherita), Pagazzo (Verdi), Gori (Ds), Lazzerini (PdCI) e Targetti (Prc) sempre sulla Finanziaria 2005. Iscritta anche la mozione dei consiglieri Targetti, Verdi e Calò sul No al disegno di legge Burani-Procaccini che ripropone l'internamento psichiatrico e affossa la legge Basaglia. Mozione dei consiglieri Targetti, Verdi, Calò (Prc), Mattei, Campi, Sottani, Bigini, Lo Presti, Gori (Ds), Marconcini, Lazzerini (PdCI), Giunti (La Margherita) e Ragazzo (Verdi) sul pieno sostegno alla cooperazione internazionale ed alle associazioni non governative. Del capogruppo Ds Gori di solidarietà al poeta Mario Luzi Senatore a vita.




LASTRA: LAVORATORI SUL PIEDE DI GUERRA PER LA DECISIONE DI RIDIMENSIONARE L'ORGANICO

Domenica 12 dicembre 2004

CORRIERE DI FIRENZE - PROVINCIA -

Unicoop: tagli in vista nei magazzini
I dipendenti: "sarà eliminato un turno a favore degli appalti"

LASTRA - Un gruppo di dipendenti dei magazzini dell'Unicoop di Lastra a Signa scende sul piede di guerra contro la decisione dell'azienda di ridimensionare l'organico del reparto "generi vari".
La decisione sarebbe stata assunta con l'obbiettivo di portaregli attuali turni di lavoro da due (piùuno notturno effettuato da una ditta in appalto) a uno. Un provvedimento dettato, secondo quanto dicono i dipendenti, da una presunta flessione nelle vendite verificatesi nell'ultimo periodo e dalla crescente concorrenza nel settore della grande distribuzione.
L'operazione, secondo quanto riferito dal responsabile della logistica in una riunione con i dipendenti, si verificherà attraverso l'apertura dell'azienda di assecondare eventuali disponibilità dei dipendenti a trasferirsi presso i punti vendita. "Il turno lasciato vacante - dicono i dipendenti - sarà utilizzato per impiegare i lavoratori in appalto che già ora coprono il turno di notte".
L'annuncio ha messo in subbuglio, come era evidente, i lavoratori che non hanno digerito l'affermazione del responsabile della logistica secondo cui questo "taglio" sarebbe inserito in un "lento, morbido e indolore processo di terziarizzazione della logistica".
Attualmente il magazzino, che è addetto alla distribuzione dei prodotti per oltre la metà dei negozi della Toscana, impiega oltre 400 persone di cui un centinaio nel reparto coinvolto da questo ridimensionamento.
Contro la decisione dell'azienda i dipendenti hanno avviato una raccolta di firme che dovrebbe concludersi nei prossimi giorni. I lavoratori auspicano che la direzione aziendale torni indietro su questa decisioni e riavvii una politica di assunzione che nei magazzini si è interrotta nel 2001.




GRANDEVETRO N.70 - DICEMBRE 2004 - LA COOP SEI TU


I tempi cambiano. E succede quello che non t'aspetti. O fingi di non aspettarti. Già nel numero speciale del Grandevetro sugli ipermermercati e il lavoro del settembre 2000 la questione "Coop" fu ampiamente analizzata dai più svariati punti di vista, non senza qualche prima, timida perplessità sul dilagare allora ancora incontrastato di quest'azienda, e sulle sue possibili conseguenze. Sono passati ormai 5 anni da quell'inchiesta, e molte di quelle conseguenze nel frattempo non si sono fatte attendere. Ce ne parlano per esperienza diretta due amici (non diremo i loro nomi per correttezza) che alla Coop lavorano da più di dieci anni, più precisamente al centro di distribuzione dell'Unicoop Firenze a Scandicci. La loro vicenda non stupirebbe affatto se fossero stati dipendenti di una qualunque altra azienda privata, ma acquista incredibile interesse proprio perché coinvolge un simbolo rappresentativo a livello nazionale dell'intera Lega delle Cooperative, una realtà che in Italia (e ancor più in Toscana) è sempre stata sinonimo di eticità e rispetto, per i suoi clienti come per i suoi operai, affermandosi e tessendo ben presto una fitta rete di interessi politico-economici con i più importanti settori della società. Un grande successo, dunque, ottenuto anche instaurando nel tempo un legame di profondo attaccamento, da "grande famiglia", tra i dipendenti e l'azienda. Ma anche nelle migliori famiglie arriva il momento di scendere a compromessi: e accade che anche l'equa e solidale Coop si debba adeguare ai tempi che corrono e seguire la corrente neoliberista imperante, appaltando un sempre maggior numero di turni di lavoro a ditte esterne. Tutto ha inizio nel luglio 2001, quando il turno notturno del reparto "generi vari" viene affidato non agli operai Coop ma a quelli della CFT (Cooperativa di Facchinaggio e Trasporto) di Novoli, che di fatto fa parte della stessa Lega delle Cooperative ed utilizza principalmente la manodopera di extracomunitari in cerca del permesso di soggiorno, offrendo loro l'inserimento nel tessuto sociale e ottenendone una manodopera a costi indubbiamente inferiori a quelli di un normale dipendente Coop. Ma è solo l'inizio di un processo di spostamento e ricollocamento dell'intera attività di stoccaggio. Viene infatti alla luce un vero e proprio progetto aziendale che prevede di esternalizzare l'intera logistica: così nel 2003 l'appalto alla CFT viene esteso anche al reparto "salumi e latticini" e alla fine del 2004 l'azienda porta alla luce le sue reali intenzioni, quelle di concentrare i "suoi" lavoratori nel solo turno mattutino, lasciando così campo libero agli "esterni". Dopo un primo apparente ripensamento da parte della dirigenza il progetto trova la sua piena attuazione e venerdì 28 gennaio 2005 tutti i lavoratori interessati ricevono uno scarno e freddo telegramma "…per comunicarle, ove occorrer possa, che il suo nuovo turno di lavoro settimanale si effettuerà dalle ore 5,25 alle ore 12,52. La invitiamo a presentarsi al lavoro in tale orario, ricordandole che la sua prestazione lavorativa non sarà accettata in altro orario lavorativo." L'episodio nasconde molti più significati di quanto apparentemente non sembri: aldilà dell'innegabile sbalordimento, sul piano umano, di fronte all'uso di un linguaggio così "robotico" per comunicare una notizia così traumatica ad una persona che per 10 anni ha strutturato lo scorrere della sua stessa esistenza e di quella di tutta la sua famiglia su un determinato orario di lavoro, e che ha visto dunque stravolto (e tutto questo detto da un signore che si firma orgogliosamente "Direttore delle Risorse Umane"), i nostri due intervistati ci fanno porre l'attenzione sull'orario di uscita. Essi infatti staccano un po' prima delle 13, gli altri sarebbero entrati appena dopo quell'ora. Il sospetto era che i dirigenti non volessero farli incontrare con i lavoratori della CFT per non creare scomode alleanze interne. Un ulteriore sospetto, molto più fondato, era che i lavoratori CFT fossero indotti a superare ampiamente il loro orario, fino a notte tarda. Questa scoperta potrebbe aprire lunghe discussioni (quello che la Coop vuol nascondere ai suoi dipendenti è che gli operai della CFT lavorano a condizioni quasi disumane con turni massacranti, qualcosa che somiglia molto al cottimo e comunque indicizza lo stipendio, pur di ottenere i premi di produzione? Se sì, perché proprio la Coop, in cui tanta fiducia è riposta da tutti, permette che questo accada? La competitività sul mercato basta come scusa?), ma resta il fatto che quella che fino a ieri era considerata da tutti una impresa ancora a conduzione "familiare" si sta pericolosamente trasformando in una macchina produttiva in stile cinese: di fatto non vi è, ad oggi, una seria e reale rappresentanza sindacale a protezione dei diritti degli operai Coop, anzi, secondo quanto ci dicono i nostri interlocutori vi è sempre stata una vera e propria commistione fra CGIL e dirigenza aziendale, un legame a doppio filo (delegati sindacali premiati con promozioni sul posto di lavoro, dirigenti Coop provenienti dalla stessa CGIL anziché dall'azienda, e così via), e questo perché si dava per scontato che i lavoratori fossero già di per sé tutelati. Così non è più, CGIL non si è mossa in difesa degli operai che sono stati tolti dai propri turni e ricollocati (a differenza della UIL, che dopo circa 2 mesi è scesa in campo in difesa dei propri tesserati), benché un articolo del 1970 del contratto dei lavoratori delle cooperative preveda che gli orari siano sempre concordati coi rappresentanti dei dipendenti, e non imposti. Ed è proprio su questo punto che 20 operai, tra cui i nostri 2 amici (e 15 tesserati UIL, appunto), hanno deciso di far leva per intentare causa privatamente contro la Coop. Alla domanda su quali siano le loro reali speranze essi rispondono, con un'alzata di spalle, che l'importante è far capire all'azienda che sta sbagliando, che non può gettare al vento una fama di solidarietà e umanità costruita negli anni. Anch'essi sono pienamente consapevoli del momento di crisi generale, a cui si aggiungono l'incipiente, scomoda avanzata dei discount, la non brillantissima resa di alcuni degli ipermercati su cui si era puntato di più, senza dimenticare che con la legge sul diritto societario del '96 adesso anche sulla Coop grava un più pesante carico tributario. Ma sanno anche che la Coop non è affatto così alle strette (non possiamo avere nemmeno una vaga idea di quanto denaro provenga dal prestito sociale, vera e propria cassaforte dell'azienda), che al marzo del 2005 ha dichiarato un + 4,5% di utili, dunque chiedono solo che su questa situazione di ansia per il loro futuro (e per quello di tutti i colleghi ugualmente in preoccupata attesa di trasferimento) sia fatta chiarezza. Intanto si stanno facendo sentire, hanno aperto una casella e-mail per chiunque voglia comunicare con loro, lavoratoriunicoop@hotmail.it, e tra breve un loro sito sarà consultabile sul Web, nella speranza che l'evento abbia la risonanza che merita. Da parte nostra promettiamo di tenere aggiornato sull'accaduto il nostro giornale, cercando anche di interpellare le altre parti in causa, la CFT e, chissà, forse anche la stessa Coop.

MARCO BANDINI


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